Domenica 24 ottobre, per una gita fuori porta, una camminata di 5 km, per immergersi nella bellezza dei colori del bosco autunnale, non potevamo nn scegliere la faggeta di Soriano del Cimino
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una faggeta spettacolare, i cui faggi sono i più alti d'Europa, il fascino non si riesce a descrivere, bisogna andare... si arriva al parcheggio del ristorante Baita, sempre pienissimo, conviene prenotare settimane prima, e inizia il percorso con pochissimo dislivello, la quantità di foglie sembra di immergere i piedi nella neve, si sale per un breve tratto e si arriva a delle rocce enormi che sembrano essere cadute li all'improvviso. I faggi sono altissimi sembra alzando lo sguardo di vedere degli enormi lunghi e affusolati grattacieli. Si ci reca sulla vetta del monte dove si trova una torre. Il monte Cimino è un vero e proprio vulcano che vanta due record: è il vulcano più antico del Lazio continentale (battuto soltanto dall’isola di Ponza) ed è anche il più alto, superando i 1000 mt di quota, l'attività del vulcano è terminata circa 90.000 anni fa. Passeggiando nella faggeta, le rocce che incontreremo sono costituite proprio da blocchi di questa antica lava.
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Lo storico romano Livio descrisse la Selva Cimina come “la più impenetrabile e più spaventosa ….e fino a quel tempo nemmeno l’amor del guadagno aveva potuto determinare nessun mercante a penetrarvi”. Pellegrini e commercianti ne evitavano la coltre compatta che incuteva timore, e anche le legioni di Roma esitavano a penetrarvi per rincorrere il nemico durante le guerre etrusche. Oggi offre una rete di sentieri con un aspetto quasi incantato, tra gli imponenti alberi e i raggi di luce che penetrano la folta chioma degli altissimi faggi.
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E’ soprattutto il faggio (Fagus sylvatica) a mostrare qui individui di dimensioni maestose, creando la cosiddetta “fustaia a cattedrale”. Alcuni esemplari di faggio raggiungono e superano i quaranta metri di altezza, creando quell’atmosfera solenne che tanto timore incuteva nei viaggiatori (ma anche negli eserciti) del passato. I grandi alberi, spesso dotati di cavità, costituiscono un habitat fondamentale per il rifugio, la riproduzione e la nutrizione di un gran numero di animali selvatici.
Al limitare del bosco di faggi si trova la rupe tremante o sasso menicante, meglio conosciuto agli abitanti del posto come sasso naticarello. Celebrato già da Plinio il Vecchio come “miracolo della natura”, è un grosso masso di trachite forma ovoidale di circa 8 metri di lunghezza e del peso di circa 250 tonnellate, sospeso in equilibrio su una sporgenza rocciosa del suolo, caratteristica che fa sì che possa essere fatto oscillare sensibilmente e in modo abbastanza agevole utilizzando un grosso bastone come leva .
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