top of page

Gaeta, La Montagna Spaccata e la "Grotta del Turco"

Writer's picture: mpasquini1981mpasquini1981

Oggi andiamo a visitare una Repubblica Marinara, non parliamo delle più rinomate come Venezia e Pisa, ma bensì di Gaeta!

Non tutti, infatti, sanno che anche nel Lazio abbiamo la nostra repubblica marinara: Il ducato di Gaeta è stato una piccola repubblica marinara nata nel IX secolo e annessa al regno di Sicilia nel 1140 che aveva come capitale la città di Gaeta. Il nostro tour di Gaeta parte da Monte Orlando dove visiteremo la splendida falesia e il santuario della Santissima Trinità per poi scendere nella Gaeta Medievale, passando per l'antico mausoleo romano e le fortificazioni del '900.


La Montagna Spaccata e la Grotta del Turco

Come spesso accade nel nostro bel paese, ci sono luoghi che coniugano l'estremo valore paesaggistico con quello storico-religioso, la Montagna Spaccata di Gaeta con la Grotta del Turco può di certo essere annoverata in questa lista.

Raggiungendo Il Santuario della SS. Trinità, costruito nell’XI secolo, possiamo addentrarci in questa incredibile fenditura nel cuore della montagna, a strapiombo nell'acqua cristallina del golfo di Gaeta. Non si fa fatica a credere che questo incredibile fenomeno naturale nei secoli abbia attirato numerosi uomini e addensato su di se molteplici leggende. La più famosa di queste, riguarda la genesi di questo incredibile luogo, si narra infatti che la fenditura della roccia si sia create nel momento stesso in cui Cristo spiro sulla croce a Gerusalemme.

Ancora all'interno della fenditura è possibile vedere l'impronta di una mano sulla roccia viva, leggenda vuole sia appartenuta ad un marinaio turco. Il miscredente era da non cristiano, scettico sull'origine sacra delle spaccature della montagna, ma non appena appoggiò, baldanzoso, la mano sulla roccia, questa, secondo la tradizione, si liquefò all'istante, lasciando così l'impronta nitida della mano e delle 5 dita ancora visibili oggi.

E infine una altra leggenda vuole che San Filippo Neri avesse vissuto all'interno della Montagna Spaccata dove esiste un giaciglio in pietra nota ancora oggi come "Il letto di San Filippo Neri"

Dopo la visita alla Montagna spaccata, sempre rimanendo all'interno del Santuario possiamo poi ammirare un altra meraviglia, la cosi detta "Grotta del Turco". Anche in questo caso vengono chiamati in causa i Turchi, o meglio i Saraceni che durante il medioevo la usavano come approdo per attaccare di sorpresa le navi che andavano verso il porto di Gaeta.

Purtroppo ad oggi non è possibile scendere fino al fondo della grotta, percorrendo tutti i 300 gradini, (l'accesso risulta interdetto a causa di crolli), non ci rimane quindi che goderci lo spettacolo, comunque incomparabile, dall'alto della scalinata.


Mausoleo di Lucio Munazio Planco

Continuando il nostro percorso verso la sommità del Monte Orlando, restiamo colpiti da una grande costruzione cilindrica: è uno dei più imponenti mausolei romani, rimasto miracolosamente intatto nel corso dei secoli e dalle turbolente vicende che hanno travagliato la città che sorge ai suoi piedi, conosciuto dai suoi abitanti come “Torre d’Orlando”.

Spontaneamente si comprende il motivo per cui il console romano, Lucio Munazio Planco, abbia scelto questo luogo per sua dimora e quale custode del suo sonno eterno. Amante ed estimatore di questa terra, affascinato dalla sua bellezza ma anche allettato dalla posizione strategica e dalle fortificazioni di Gaeta, Planco, scegliendo Monte Orlando, ha voluto, ancora una volta, primeggiare e assicurarsi una sicura protezione, secondo la sua indole prudente; anche se non è da escludere l’ipotesi secondo cui la scelta sarebbe stata influenzata dalla presenza, sul luogo, del sepolcro di Cajeta, nutrice di Enea. La data dell’erezione del monumento è probabilmente posteriore al 22 a. C., anno in cui il console (di cui ci è ignota la data di morte), ricoprì la carica.


Batteria “Anulare” Monte Orlando Superiore

La Batteria di Monte Orlando Superiore è una costruzione militare realizzata alla fine del ’800 per la difesa della piazzaforte di Gaeta nell’ambito del piano di difesa della Triplice Alleanza. E’ detta anche batteria anulare per la sua forma ad anello.

E’ provvista di 18 piazzole collegate da un camminamento sotterraneo che garantiva una copertura di fuoco a 360 gradi. I cannoni di questa batteria non vennero mai utilizzati mentre sui dossi che separano i vari punti di fuoco, durante la 2° Guerra mondiale, i tedeschi posero le mitragliatrici antiaeree.


Gaeta Medievale

Il nostro giro termina discendendo, per una serie di tornanti, sul fianco di Monte Orlando, da questo punto la vista del promontorio sormontato dal Castello Angioino-Aragonese e incredibile.

Come si intuisce dal nome il complesso, della bellezza di oltre 14mila metri quadrati, si divide in due parti (aragonese superiormente e angioino inferiormente).

Giunti alla fine della nostra discesa arriviamo dietro il tempio di San Francesco, la vista della chiesa che si staglia dietro il blu del golfo di Gaeta riempie di bellezza i nostri occhi.

La chiesa venne costruita a partire dal 1283, grazie alle donazioni di Carlo II d'Angiò, come luogo di culto annesso ad un convento fondato dallo stesso Francesco di Assisi nel 1222; nella seconda metà degli anni 1850 venne radicalmente restaurata in stile neogotico su progetto di Giacomo Guarinelli, grazie all'interessamento di papa Pio IX e i finanziamenti di Ferdinando II delle Due Sicilie.


Ci addentriamo, poi, pian piano nel piccolo dedalo di stradine, torri, scale, portali e minuti campanili rimasto come fermo a otto secoli fa. Tra una reminiscenza storica e l’altra, sono ancora le chiese a farla da padrona: vale la pena dare una sbirciata almeno esterna sia alla Chiesa di Santa Lucia, restaurata di recente, che a Santa Caterina, antichissima ma riqualificata nel 1852 da Ferdinando II. Il nostro giro termina in uno dei molti ristorantini nel centro storico di Gaeta, Calpurnio. Anche su questo frangente la storia continua ad accompagnarci in quanto dentro il locale è presente un epigrafe funeraria funeraria voluta dalla vedova Calpurnia Irene in omaggio al defunto marito Quinto Calpurnio Geniale che fu duoviro della Colonia Aelia Adrianea di Formiae dal 117 al 120 d.C. Vi lasciamo quindi a pancia piena e con il testo della sua inscrizione:

AGLI DEI MANI A QUINTO CALPURNIO GENIALE RE DELLE SACRE CERIMONIE DUOVIRO DELLA COLONIA DI FORMIAE QUESTORE DEGLI ALIMENTI E DELL’ERARIO , PREFETTO GIURISDICENTE VISSE ANNI 50 CALPURNIA IRENE ALLO SPOSO BEN MERITEVOLE


Il Nostro Video su Youtube



Link e Sitografia


22 views0 comments

Recent Posts

See All

Comments


Join our mailing list

Thanks for submitting!

  • YouTube
  • Black Facebook Icon
  • Black Instagram Icon

© 2023 by The Mountain Man. Proudly created with Wix.com

bottom of page