Sicuramente una delle meraviglie meglio celate del Parco dei Castelli Romani. Ci troviamo sul lago di Albano seguendo a mezza costa il sentiero 511 (o quel che ne rimane), per raggiungere il Romitorio.
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Il percorso è decisamente impervio per via dei numerosi alberi che ostruiscono il sentiero e per i tratti franati. Questo fa anche si che malgrado ci troviamo vicino al frequentatissimo Lago di Albano, possiamo godere di un contatto esclusivo con la natura: per tutto il nostro percorso fino a congiungerci al sentiero che costeggia le sponde del lago non abbiamo praticamente incontrato nessuno.
Prima di giungere all'eremo abbiamo visitato una grotta neolitica, posta anche questa a meta costa con una splendida vista sul Lago. Questa è solo una delle numerose grotte che si possono ritrovare in questa zone, fra cui la più famosa è la grotta Battiferro, posta nei pressi del Convento di Palazzolo.
Secondo quanto riportato, sarebbe parte di un abitato risalente all’Età del Ferro (II millennio – I millennio a.C) e questo speco rappresenterebbe, inoltre, un esempio singolare di “fucina naturale per la lavorazione dei metalli“.
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Proseguendo il sentiero a mezza costa dopo non poche peripezie e graffi, dovuti ai numerosi rovi lungo il percorso, siamo poi giunti al Romitorio.
Cenni Storici sul Romitorio
La prima traccia di questo complesso sia ha in una bolla papale del 1116. Restaurato nel 1282 dal Cardinale Savelli che lo diede ai padri Guglielmini di Montevergine, fu abitato fino al 1600. Il complesso era costituito da alcune cavità artificiali adibite a rimessa o dispensa, una cappella duecentesca con una piccola abside centrale, i ruderi di un campanile di pianta quadrata esternamente e circolare all’interno, un portale di accesso e soprattutto un arco o “grottino” scolpito nella roccia al cui interno sulla parete furono ricavati dei sedili dove probabilmente i monaci si appartavano a meditare. Verso la fine del 1700 il Cardinale Colonna diede ordine all’esercito Pontificio di distruggere il sito che ormai abbandonato, era utilizzato come rifugio dai briganti.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, il "grottino" venne ulteriormente modificato per ospitare un nido di mitragliatrici tedesche.
Il Nostro Percorso
Di seguito il nostro percorso, anche se non ci sentiamo di suggerirlo se non a escursionisti esperti per via della natura impervia e della scarsa manutenzione dei sentieri.
Il Nostro video su Youtube
Sitografia e Link Utili
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